Anche i luoghi che hanno rappresentato lo splendore newyorkese hanno un lato oscuro. Proprio come due facce della stessa medaglia, lo "Studio 54" inglobava dentro di sé il buio e la luce. A raccontarlo è uno degli ex proprietari del locale, Mark Fleischman, nel libro di memorie "The Studio 54 Effect". L'imprenditore ha raccontato di come ha acquistato il club nel 1981 e di come è divenuto "l'epicentro della cultura della droga a New York". È il New York Post a pubblicare alcune anticipazioni.
All'epoca, si legge nell'autobiografia, molte celebrità si riunivano nel suo ufficio all'interno del locale per bere champagne e sniffare cocaina. Tra le star citate da Fleischman si trovano John Beluschi, Andy Warhol, Keith Richards, Robin Williams e Christopher Reeve. "C'erano così tante persone - ricorda il proprietario - che servivano 30 o 40 righe di cocaina", ed era stato assunto di proposito "una ragazza molto carina" che doveva esclusivamente preparare le strisce. Al 254 West della 54esima strada, a Manhattan, le serate sfrenate ed eccessive erano un habituè. Ogni sera poi, verso le cinque del mattino un gruppo chiamato "la pattuglia dell'alba", di cui facevano parte Dodi Fayed, Robin Williams e Christopher Reeve, usava una limousine noleggiata da Fleischman per andare al Meatpacking District e "ballare fino a mezzogiorno".
Nel 1986, dopo aver venduto il club a cinque anni dalla sua riapertura, Fleischman venne ricoverato in un centro di riabilitazione e poi in una Spa in Messico. L'eccesso dello Studio 54 si fermò, ma non la sfrenata ricerca della sregolatezza da parte delle star di Hollywood.
L'autobiografia di uno degli ex proprietari racconta di come il locale fosse il centro della cultura della droga a new York
