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Che talento il Crichton che faceva finta di non essere Crichton

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«I miei primi romanzi pubblicati in collane economiche erano variazioni standard delle spy stories da guerra fredda rese famose da Ian Fleming. Nei miei racconti le donne erano stupende, gli uomini guidavano delle Ferrari e quasi tutti avevano una pistola». Così, in maniera ironica, il maestro del techno thriller Michael Crichton ricordava gli esordi della sua carriera di scrittore nell'introduzione del 1993 alla riedizione di In caso di necessità (Garzanti), romanzo di suspense dedicato al tema degli aborti clandestini che gli era valso nel 1968 l'«Edgar Award». Per l'occasione, Crichton fu costretto a svelare al mondo che era lui a celarsi dietro lo pseudonimo di Jeffrey Hudson con cui aveva firmato il libro. Tuttavia all'epoca non rivelò un altro fortunatissimo nom de plume dietro cui si sarebbe nascosto fra il 1966 e il 1972: quello di John Lange.
Alto più di due metri, Michael Crichton amava scherzare sulla propria altezza: Lange infatti in tedesco significa persona alta mentre Jeffrey Hudson era invece il nano preferito dalla regina Enrichetta di Francia. Con l'identità di John Lange lo scrittore statunitense siglò ben otto romanzi di successo. «Nel 1967 frequentavo il secondo anno di medicina alla Harvard Medical School - svelava sempre Crichton - e decisi di pagarmi le tasse universitarie scrivendo thrillers con pseudonimo. Il mio metodo consisteva nell'accumulare debiti sino alle vacanze successive. A quel punto accantonavo i libri di testo e mi mettevo a scrivere come un forsennato per diciotto ore al giorno. Alla fine della vacanze inviavo al mio editore newyorkese il dattiloscritto completo, sperando che lo avrebbe accettato di primo acchito, senza chiedermi di apportare modifiche... era essenziale che il mio testo non richiedesse revisioni perché il giorno seguente io avrei ripreso a frequentare i corsi e non avrei avuto il tempo per rivederlo».
Un lavoro «frenetico e disperato» per realizzare il quale Crichton «non pensava all'arte», semplicemente scriveva «a gran velocità», consapevole del proprio lavoro di artigiano della scrittura: «le normali preoccupazioni circa la qualità e l'originalità della mia produzione letteraria erano irrilevanti, dato che il mio scopo dichiarato era proprio di essere del tutto privo di originalità, cioè di scrivere qualcosa talmente in sincronia col mercato dei paperback che i miei editori l'avrebbero accettato senza esitazioni. Ero impegnato in uno strenuo esercizio che mirava alla assoluta non-originalità».
Ma non è affatto vero che Crichton non fosse a quel tempo originale. Basta infatti leggere con quale ritmo e singolarità di plot scrisse Codice Beta (tra poco nelle librerie per Garzanti, pagg. 238, euro 16,40, traduzione di Doriana Comerlati) nel 1971 per capire che John Lange non è stato soltanto lo pseudonimo con cui Crichton ha fatto la «gavetta» di autore, ma anche il primo grande banco di prova delle sue intuizioni letterarie e scientifiche. Partendo dai risultati di una conferenza per la Sicurezza nazionale e lo Sviluppo Scientifico del 1969 Lange-Crichton cerca di mostrare nel suo avvincente thriller come «gli agenti chimici si prestano ad essere usati nelle azioni di sabotaggio, pericoli contro i quali è estremamente difficile escogitare una difesa realmente efficace». Pioniere nell'affrontare una tematica che diventerà un classico in tutte le maggiori storie di terrorismo internazionale, Crichton da una parte racconta come l'esercito degli Stati Uniti stesse facendo un largo impiego di calcolatori elettronici apparentemente inviolabili, e dall'altra come l'esercito stesse facendo terribili sperimentazioni su gas nervini capaci di uccidere gli esseri umani in meno di un minuto.
I protagonisti principali di Codice Beta sono l'agente segreto John Graves, amante del gioco d'azzardo e degli scacchi, e John Wright, matematico, magnate e donnaiolo il quale decide di assassinare il presidente degli Stati Uniti. Ma soprattutto la pericolosissima arma chimica Zv di cui cercheranno di impossessarsi i cattivi della situazione. Nel 2008 Crichton decise di ripubblicare Codice Beta e alcune altre storie che aveva firmato John Lange in occasione della nascita della casa editrice Hard Case Crime, interamente dedicata all'hard boiled, al pulp, al thriller e al noir d'autore. Per l'occasione il romanzo venne leggermente modificato da lui stesso e soltanto ora è stato reso disponibile in una nuova traduzione italiana aggiornata e diversa da quella che uscì nel 1974.
Codice Beta è stato l'ultimo thriller che Crichton ha firmato come Lange e lui stesso si è divertito anche ad adattarlo nel 1972 per un film per la rete televisiva ABC intitolato Pursuit, con cui fece anche il debutto come regista cinematografico.

I primi romanzi pubblicati sotto pseudonimo tornano in libreria. E sono tra i suoi migliori


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