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Si riaccende la polemica sul mausoleo di Graziani

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Non c'è pace per il maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani (1882-1955) da quando il paesino laziale di Affile (1594 anime in provincia di Roma) gli ha dedicato un mausoleo. E non solo proteste nostrane, prima l'Anpi indignata e poi l'associazione Roma futura che ha ricoperto l'edificio con un telo rosso, ora la questione è diventata internazionale. La polemica riparte da New York: un appello al governo italiano perché rimuova il monumento. E se a far discutere in Italia è soprattutto il fatto che Graziani sia stato il Ministro della guerra della Rsi (richiamato in extremis da Mussolini che lo aveva precedentemente silurato addossandogli le responsabilità per la disfatta di Libia), all'estero a destare scandalo è il fatto che nelle guerre coloniali, in Libia e Etiopia, Graziani abbia infierito contro la popolazione civile ricorrendo anche all'uso di armi chimiche vietate dalla convenzione di Ginevra. Ecco perché a un convegno della City University of New York Girma Abebe, ex diplomatico di Addis Abeba all'Onu è intervenuto chiedendo di far pressione sul nostro governo. Abebe, che nel 1937 vide la casa dei nonni ridotta in cenere dagli italiani, ha suggerito di investire le Nazioni Unite della vicenda: «Un monumento a un criminale di guerra è una vergogna devastante. Tutti lo dobbiamo condannare».
L'Onu però ha già scelto di non condannare Graziani. Il caso fu proposto dopo la fine della Seconda guerra mondiale proprio dall'Etiopia che chiese che il generale fosse inserito nella lista dei criminali di guerra (per i gas e il bombardamento di un ospedale della Croce Rossa). Non venne mai processato. Graziani è stato condannato in Italia ma solo per collaborazionismo col fascismo (una condanna a 19 anni poi ridotta a 4 mesi a colpi di condoni). Come ha spiegato Lidia Santarelli, storica della Brown University, durante la tavola rotonda: «La stessa Gran Bretagna non voleva processi per crimini coloniali». Del resto molti dei metodi atroci usati da Graziani, compresa la creazione di terribili lager, erano stati mutuati da quelli usati dagli inglesi durante le guerre boere. Mentre l'uso dei gas fu autorizzato direttamente da Mussolini. Il che non scagiona Graziani ma ne fa un figlio della sua epoca.


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