Chi ha avuto la fortuna e il piacere di frequentare il mondo romanzesco di P.G. Wodehouse, lo ritroverà eguale e contrario nella narrativa di Evelyn Waugh. Qualcuno protesterà all'idea di mettere sullo stesso piano un umorista puro e uno scrittore satirico e iconoclasta, ma è una protesta ingiustificata. Del resto, Wodehouse fu per Waugh «il maestro» per eccellenza, l'unico scrittore di cui si dichiarò sempre e comunque ammiratore.
La ripubblicazione per Bompiani delle mille e passa pagine che compongono la trilogia Spada d'onore (Uomini alle armi, Ufficiali e gentiluomini, Resa incondizionata, 12 euro ciascuno) e del volume di racconti, in parte inediti, L'uomo che amava Dickens (pagg. 263, euro 17) è sotto questo profilo la benvenuta perché, come accade in Wodehouse, il ripresentarsi puntuale di figure, tematiche, luoghi e ambienti permette la creazione di un mondo a sé, coerente e autosufficiente, all'interno del quale si dispongono a raggiera le storie. Come Wodehouse, Waugh racconta dunque una particolare Inghilterra, ovvero l'upper class con tutto il suo combinato disposto di aristocrazia e di snobismo, dimore di campagna e club di città, parties e concerti, matrimoni e tradimenti, vecchi rispettabili e giovani scapestrati, padroni e servitori, tic e manie. Il tono d'insieme è un tono frivolo, dove ogni cosa seria è affrontata con leggerezza e ogni cosa leggera con gravità; il quadro d'insieme rimanda a una categoria sociale dove tutti o quasi hanno frequentato le stesse scuole, sono spesso fra loro imparentati, vivono di rendita, la conoscenza e il rispetto di regole non scritte è la conditio sine qua non per farne parte.
Che cosa differenzia quella stessa particolare Inghilterra d'entrambi? Che c'è un Paradiso terrestre prima e dopo la caduta, la cacciata di Adamo e Eva, il morso del frutto proibito della conoscenza... Bertie Wooster e il suo maggiordomo Jeeves, Lord Emsworth e il suo castello di Blandings non conoscono ancora il peccato e quindi non possono commettere il male: si può sorridere e ridere delle loro stramberie così come delle loro avventure, ma ciò che resta sullo sfondo è la dolcezza del vivere, l'incapacità di nuocere. Il cattolico Waugh invece sa che non è più così, quel mondo ideale è scomparso nel momento stesso in cui ci si è resi conto delle incongruenze e insieme delle finzioni di cui era intessuto, e ciò che ne rimane non è altro che la sua caricatura, sanguinosa e mostruosa nel momento in cui, storicamente parlando, essa va a coincidere con lo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Laddove l'occhio ironico e divertito di Wodehouse dava conto di piccoli-grandi equivoci senza importanza, il furto di una scrofa, i maneggi per potersi sposare o per fuggire un matrimonio, le contese intorno a un'eredità, Waugh li ripresenta in un clima dove la perdita dell'innocenza conduce fatalmente al suo opposto. Il diavolo, probabilmente... Così, intorno a Guy Crouchback, ultimo maschio di una nobile famiglia che, a più di trent'anni, si arruola volontario pensando di espiare una vita inutile, sfilano commilitoni poltroni e commilitoni cialtroni, ufficiali vigliacchi e ufficiali sanguinari, militari burocrati e militari incapaci... A questo mondo in armi corrisponde una vita civile dove fra mercato nero, promiscuità sessuale, pura e semplice logica di sopravvivenza, cinismo consapevole ed egoismo sociale si tira avanti sperando che dopo, a guerra finita, sarà tutto di nuovo come prima.
Waugh sa benissimo che invece così non sarà, che quella Seconda guerra mondiale in cui l'Inghilterra entra impreparata, vedrà alla fine una vittoria di Pirro: la scomparsa di un impero, uno status, un ruolo. Arruolatosi per difendere la Polonia dalla Germania di Hitler, Guy Crouchback si ritroverà a conflitto finito con una Polonia preda della Russia di Stalin: l'«abbiamo ucciso il porco sbagliato» con cui Churchill sintetizza brutalmente il proprio disappunto di fronte alla logica cieca delle alleanze, aprirà la stagione della guerra fredda, dei blocchi ideologici, del «secolo americano».
Waugh, insomma, non è uno scrittore antimilitarista nel senso di un pacifismo assoluto quanto velleitario: sa che la guerra fa parte della natura umana, ritiene che si possa e si debba combattere in difesa dei valori in cui si crede. Il problema è che la tradizione cavalleresca nella quale il suo protagonista si muove, si è nel tempo trasformata in cenere, sostituita da una modernità che rende inutili e incomprensibili i codici d'onore del passato. Così tutto diventa grottesco e ipocrita, nessuna promessa deve essere più mantenuta, nessun giuramento può più essere messo in campo. Resta la cornice di quell'Eden in cui i personaggi del suo amato Wodehouse si muovevano ignari eppure sicuri, ma non c'è più la sostanza, la stoffa di cui era fatta una civiltà.
La trilogia di Spada d'onore è il canto del cigno del British Style, la fine di un'egemonia plurisecolare grazie alla quale la pirateria di Francis Drake si era trasformata nei gentlemen di un impero come mai prima di allora si era conosciuto. Ci si ritrova pirati senza essere più gentiluomini e la salvezza resta nelle fragili mani di chi, come Guy Crouchback, si ostina a pensare che una vita senza il sacrificio di sé è una vita indegna d'essere vissuta.
Nella trilogia "Spada d'onore" risuona il canto del cigno del British Style. Quello che nelle opere del "maestro" P.G. Wodehouse non perde mai il sorriso
