Alberto Bevilacqua dedicò alla sua città di origine «Giallo Parma», ispirandosi all'omicidio dell'imprenditore Carlo Mazza avvenuto nel 1986, per il quale è stata per anni in carcere (fine allo scorso giugno) la ballerina polacca Katharina Miroslawa. Un delitto maturato in un ambiente di belle donne e uomini facoltosi. «Posso dire che quel libro era profetico», commentò lo scrittore nel 2006. «L'aria si è inquinata, non c'è niente da fare», aggiunse, riferendosi all'ennesimo delitto che in poco più di sei mesi, a partire dall'assassinio del piccolo Tommaso Onofri, aveva scosso la città, quello di una giovane uccisa dall'ex fidanzato. «Non sono mai stato sicuro delle responsabilità attribuite alla Miroslawa. Ci sono in questa storia dei punti oscuri. L'assoluta sicurezza che la ballerina fosse la mandante lucida e spietata del delitto non c'è», spiegava Bevilacqua, che proprio col film «Giallo Parma» del 1999 era tornato alla regia dopo una lunga assenza.
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